DECALOGO DELLA CIVILTA'
è un progetto di teatro civile che si sviluppa senza che intercorrano limiti di tempo: 10 spettacoli come 10 capitoli strettamente legati alla nostra contemporaneità, senza alcun limite temporale ma seguendo la necessità che si deve a questo tipo di approccio al teatro.
"il teatro è sempre un atto politico"
cit. Pier Paolo Pasolini
Con questo progetto scagliato negli anni vogliamo muovere la nostra urgenza di racconto in racconto fedeli al cammin di nostra vita, vogliamo restare legati alla necessità che una storia e il suo approfondimento bisognano, vogliamo prenderci il tempo di studiare, ricercare e digerire le storie e le umanità che faranno parte di questo progetto. Raccontiamo di uomini e di donne, di fatti e misfatti, di momenti cruciali che hanno cambiato inesorabilmente la nostra Storia o di storie che nessuno ha raccontato e che meritano di esserlo.
CAPITOLO 1
di e con
Giuseppe Provinzano
Drammaturgia sonora
Gabriele Gugliara
luci
Fabio Bozzetta
Scene
Fernanda Filippi
SINOSSI
Nel luglio del 2001 a Genova si sono consumati degli eventi di una tragicità epocale, tali da riuscire ad annoverare Genova alla stessa stregua di grandi città palcoscenico di tragedie. Penso a una Genova che come Tebe, come Troia, possa diventare il luogo di una storia che resti nella memoria, luogo del mito e della sua tragedia.
Ma questa tragedia oggi non si può rappresentare. Forse potremo farlo tra 100\1000 anni, quando questa memoria sarà divenuta tale: essa non è rappresentabile per il semplice motivo che i fatti in questione non hanno ancora assunto valore di Storia avendo ancora valenza di Cronaca, perché nuovi risvolti emergono quotidianamente delineando nuovi elementi per una drammaturgia, perché i Protagonisti non sono ancora dei Personaggi in quanto ancora Persone. Questa città e la storia\cronaca di quei giorni vivono così questo parossismo tra urgenza di racconto e irrappresentabilità del tutto. Ma questa storia va raccontata. Ne ha tutto il diritto. Ne abbiamo tutto il dovere. Gli elementi perché questa rappresentatabilità prenda atto d’altronde ci sono tutti.
" I fatti del 2001 al G8 di Genova tornano in scena con lo spettacolo dell'alfiere e fondatore di Babel, Giuseppe Provinzano, che a differenza di Fausto Paravidino, al cui testo in qualche modo si riattacca, vi partecipò. I 65 intensissimi minuti del suo GiOtto-studio per una tragedia, di cui è l'unico interprete, iniziano col racconto del viaggio verso la manifestazione chiarendone le attese, mentre al suolo, sotto le foto attaccate ai fili trasparenti della graticcia, segna via via col gesso, in alfabeto greco, le sezioni della tragedia che si susseguono e si cala con minimi ritocchi di vestiario nei diversi personaggi. Ascoltiamo le previsioni dei compagni, dei No Global in arrivo, della polizia, per trovarci sul posto in piazza Alimonda dove l'entusiasmo cede il posto all'angoscia e piombare nell'orrore della Diaz e di Bolzaneto, dove tra i carabinieri fanno capolino " i figli del popolo" di Pasolini e si sentono le voci registrate dei testimoni e delle guardie in un quadro di sonorità impressionanti. E la sera tremenda e travolgente ci conduce dentro i fatti con una ricostruzione vera e paradossale dell'assurdità colpevole in cui viviamo . Da vedere assolutamente".
Franco Quadri, La Repubblica
capitolo 2
STORIE DI NOI
di Beatrice Monroy
diretto e interpretato da Giuseppe Provinzano
Luci Gabriele Gugliara
Soluzioni Sceniche Valentina Greco
Video Mapping Simone Scarpello - Pixel Shapes
Drammaturgia Sonora Sergio Beercock
Assistente regia Diana Turdo
Tutor Fondazione Falcone Turi Benintende
e con la partecipazione (in voice off) di
Dario Aita, Emmanuele Aita, Ninni Bruschetta,
Filippo Luna, Lucia Sardo, Manuela Ventura
SINOSSI
In scena un uomo solo, un uomo che ha paura, che si guarda attorno con circospezione, un uomo che chiameremo "Tony": sembra un parcheggiatore abusivo o forse un venditore ambulante, una "sentinella" o un "fiancheggiatore", sicuramente è un uomo che ne ha “viste tante” e che sa qualcosa ma ... Tony non si rivela, non ci dice nulla di lui, non sappiamo nemmeno se si chiami davvero Tony, Nasconde il suo segreto in questi 57 minuti in cui piuttosto ci racconta di quei 57 giorni che hanno diviso la Strage di Capaci con quella di Via D’Amelio da un punto di vista inedito: quello dei palermitani comuni!
Nessuna cronaca, nessuna inchiesta, nessuna (ennesima) interpretazione dei 2 Grandi giudici ma il racconto dell’impatto che quelle 2 bombe hanno avutonelle vite di cittadini comuni: quello nelle vite di quei ragazzini delle periferie che vivevano molto vicini ai carnefici (come il regista Giuseppe Provinzano) e non capivano molto di quanto stesse accadendo, quello di quei cittadini di Palermo che hanno provato a reagire da subito (come l'autrice Beatrice Monroy), quello di una sposa che aspettava da tempo il 23 maggio o quello di chi il 19 luglio era a Mondello ecc